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I GIOVANI E IL DISAGIO, NON È TUTTA COLPA DEL CORONAVIRUS  (Mariaelena)

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Difficoltà a stare seduti al banco, agitazione o, viceversa, mutismo e apatia.

Sono alcuni dei segnali di disagio che si possono cogliere nei giovanissimi,  sempre più protagonisti di fatti che segnalano un crescente disagio.

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Un fenomeno che però non è nuovo alla scuola, la pandemia lo ha certamente amplificato ma il bisogno educativo era già manifesto, spiega la dirigente dell'Istituto comprensivo di Savignano Catia Valzania.

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Manca, secondo la dirigente, il sistema sociale di supporto alla famiglia impegnata a contenere l'adolescenza che esplode. “Ma la scuola c'è", rassicura Valzania, al vertice di una comunità di 1750 studenti dei quali 500 circa frequentanti la scuola media.

Uno degli istituti più grossi della Regione che quest'anno ha visto raddoppiata la richiesta di iscrizione al tempo prolungato (57 domande). 

 

1) Episodi di teppismo da parte di bande di adolescenti, tentativi di suicidio di giovanissimi, forme di isolamento sociale. Preside, dal suo punto di vista, si tratta di un disagio adolescenziale “fisiologico” o stiamo assistendo a qualcosa di nuovo?

 

I recenti cambiamenti sociali, determinati dalla pandemia, hanno inciso in maniera significativamente negativa sul livello del disagio giovanile. Più che di fenomeno nuovo io parlerei di inasprimento di uno stato di disagio già presente e manifesto. Nei nostri studenti tale malessere si rileva per la mancanza di progettazione futura, per mancanza del desiderio e, in particolar modo, per l’incapacità di saper gestire le emozioni. Troppi stimoli e difficoltà a orientarsi in una società complessa come quella attuale. Il ricorso ai social, il rapporto totalitario e assorbente con gli smartphone hanno condizionato i rapporti sociali e le interazioni tra i pari, a scapito della qualità delle varie forme di interazione che sono oramai ridotte a livelli banali e poveri di contenuti.

Gli studenti della nostra scuola, pur riconoscendo la necessità di contenere il fenomeno mediante le regole e le disposizioni, faticano ad arginare le tensioni generate dalle restrizioni a carattere sociale: limiti alle frequentazioni, limiti alla fisicità delle azioni quotidiane, modifiche alle routine scolastiche. 

Negli ultimi tempi si sono evidenziate forme di disturbo dei processi attentivi, esternazioni di stati di agitazione, insofferenza alla frustrazione. I nostri studenti hanno manifestato in particolare un forte bisogno di essere “ascoltati”, “visti” e “accolti” nei loro bisogni di affermazione. Di fatto abbiamo registrato un aumento delle richieste per il servizio di Sportello di ascolto e di supporto psicologico.  Servizi che abbiamo potenziato anche per le famiglie.

 

2) Con l’emergenza sanitaria la scuola è stata in molti casi, e molto a lungo, l’unico contatto che i giovani hanno avuto con il mondo esterno. Questo ha cambiato il ruolo e i compiti di dirigenti, docenti e personale? Se sì, come?

 

La scuola è e resta un luogo di aggregazione fondamentale per la costruzione della persona: si consolidano legami, si sperimentano le regole che stanno alla base di qualsiasi forma sociale di convivenza. In questo periodo di limitazione sociale, la scuola è probabilmente l’unico luogo di vicinanza e di interazione fisica tra i giovani. Pur vigente uno stato di rigide prescrizioni a tutela della salute pubblica, direi che il nostro personale scolastico non ha modificato la propria modalità di lavoro, ma ha potenziato piuttosto alcuni aspetti legati al proprio ruolo in veste di educatori e di formatori. Sono stati implementati momenti di ascolto e di confronto con i ragazzi, con le famiglie e con il Dirigente; sono state potenziate le progettazioni relative all’agio-benessere, prevedendo ad esempio interventi in classe con esperti e interventi individualizzati rivolti ai singoli studenti. 

 

 

3) Quali sono le tre cose di cui ha più bisogno in questo momento un dirigente per dare il meglio alla sua comunità scolastica?

 

Fiducia da parte dell’utenza, collaborazione con gli enti Locali e il territorio, risorse professionali e materiali.

 

 

INFORMAZIONI SULL'ISTITUTO COMPRENSIVO SAVIGNANO 

 

L’Istituto Comprensivo di Savignano sul Rubicone è distribuito sul territorio comunale in 9 plessi.

Cinque le scuole dell’Infanzia,

“Gatto Viaggiatore” a Fiumicino,  

“Freccia Azzurra” nel quartiere Valle Ferrovia,

“Gallo Cristallo” nel quartiere Cesare,

“La nuvola Olga” nel quartiere Rio Salto e la Savignano Capanni.

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Quattro le primarie,

“Dante Alighieri” a Savignano centro,

”Aldo Moro” al Cesare,

”Ilario Fioravanti” a Rio Salto e  

“Gianni Rodari” a Fiumicino.

 

Savignano capoluogo ospita in via Galvani la secondaria di primo grado

“Giulio Cesare” e gli uffici dell’Istituto comprensivo. 

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Gli alunni frequentanti sono 1750.

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Il corpo docenti è formato da 250 insegnanti, coadiuvati da 50 collaboratori scolastici e 12 addetti amministrativi.

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